INGREDIENTI
1 chilo di melanzane violette piccole
mezzo chilo di pane casereccio raffermo
100 grammi di pecorino grattugiato
1 cucchiaio di prezzemolo e basilico tritati
2 uova
aglio
1 litro di passata di pomodoro fresco
una manciata di foglie di basilico
olio evo
sale
PREPARAZIONE
Si inizia dal sugo di pomodoro: fate soffriggere uno spicchio d’aglio
nell’olio, unite la passata, regolate di sale e fate cuocere. Prima del
termine della cottura unite qualche foglia di basilico.
Mentre il sugo cuoce, lavate le melanzane, tagliate il gambo e poi fatele a metà. Lessatele in abbondante acqua poco salata, quando saranno tenere scolatele e lasciatele in uno scolapasta a perdere l’acqua in eccesso. Mettete a bagno il pane duro per farlo rinvenire.
Una volta scolate bene, scavate la polpa delle melanzane con un cucchiaino facendo in modo che i gusci rimangano interi. Strizzate la polpa fino a togliere tutta l’acqua e ponetela in una scodella insieme alla mollica di pane, anch’essa ben strizzata.
Unite un piccolo spicchio d’aglio tritato, il pecorino grattugiato, il prezzemolo, le uova, un paio di cucchiai del sugo di pomodoro che avete preparato e impastate bene il tutto.
Impastate bene finché il composto sarà omogeneo e non appiccicoso, se risulta umido aggiungete del pane grattugiato finché non sarà della giusta consistenza. Farcite i gusci delle melanzane con il composto ottenuto, aiutandovi con le mani e aggiungendone un pochino alla volta.
A questo punto friggetele delicatamente in poco olio bollente, fino a doratura della parte con il ripieno e per un minuto circa dall’altro lato.
Disponetele in una pirofila da forno unta con un po’ di sugo di pomodoro, cospargete con il pomodoro rimanente, spolverate la superficie con altro formaggio grattugiato e fatele cuocere in forno a 200° C per circa 30 minuti.
Le varianti più comuni sono tre: la extra per carnivori, che richiede l’aggiunta al ripieno di un paio di etti di carne macinata, la ghiotta, che vuole invece acciughe, olive verdi e capperi tritati e infine la bianca, che è senza sugo di pomodoro e non prevede l’ultimo passaggio in forno.
fonte: qui
L’antipasto calabrese per eccellenza.
Si accompagnano praticamente a tutto, e sono sempre presenti sulla tavola di ogni calabrese.
Utilizzabili come aperitivo, antipasto, servite con formaggio, ‘nduja e con qualunque altra prelibatezza.
Durante il periodo della raccolta delle olive, oltre all’incombenza della stessa e alla successiva macina per ricavarne l’olio, le donne dovevano anche provvedere alla preparazione di diverse qualità di olive da conservare e consumare durante l’inverno e non solo.
Si sceglievano le olive appropriate per ogni ricetta, si preparavano e si curavano rispettando le più antiche tradizioni.
Preparazione:
Con un sasso o con un batticarne schiacciate le olive, eliminate i noccioli e mettete la polpa in acqua fredda e salata per alcuni giorni, cambiandola almeno una volta al giorno per eliminare il liquido amaro di vegetazione e facendo cura di tenerle pressate in modo tale da restare sempre immerse nell’acqua.
Quando le olive saranno diventate dolci, possiamo procedere a sgocciolarle.
Il condimento si ottiene aggiungendo: olio vergine d’oliva, peperoncini rossi piccanti tagliati finemente, aglio a pezzettini e i semi di finocchio.
A piacimento si può inserire origano e pezzettini di carote.
Inserire poi in barattoli di vetro e conservare in luogo fresco e asciutto. Gli alivi ammaccati saranno infine pronti per essere serviti dopo 3-4 settimane di conservazione nel barattolo.
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